Ormai non possiamo farne più a meno: il Couscous è entrato a far parte delle nostre abitudini alimentari e ci ha permesso di esplorare nuovi gusti e aumentare la creatività in cucina. È presente negli scaffali dei supermercati e lo abbiamo imparato ad amare anche per essere diventato una valida alternativa alla pasta o al riso.
Si distingue per la sua bontà e velocità di preparazione, ma anche per la sua nota versatilità: infatti, il Couscous si presta alle ricette classiche e le interpretazioni creative, si può abbinare a numerosi ingredienti e arricchire con i più disparati sapori e aromi.
In questo articolo vedremo le varie tipologie di Couscous divise per grana, preparazione e provenienza.
Dove nasce il couscous?
Il couscous è costituito da semola di grano duro lavorata con acqua che, insieme, creano granelli da cuocere al vapore. Questa pietanza è un’autentica specialità divenuta sinonimo della cucina araba: la sua origine si lega alla storia delle tradizioni dei Paesi del Nord Africa, in particolare nel Maghreb ed è legato a riti antichissimi. Nei paesi originari, l’alimento veniva servito sulle tavole solamente la sera e doveva essere consumato dai commensali intorno ad un unico piatto con il solo utilizzo delle mani.
Il couscous ha ispirato anche una leggenda che risale al 950 a.C.: si narra infatti che il re Salomone, per alleviare le pene d’amore causate dalla regina di Saba, fosse abituato a consumare grandi quantità di couscous. Da leggenda è diventato vero e proprio rito di condivisione familiare.
Le tipologie di grana del couscous
Tra le prime differenze che si possono riscontrare nel couscous c’è la dimensione della sua grana, che può essere fine, media e grossa. Inoltre, si possono trovare in commercio anche varie tipologie di couscous prodotte con semole di altri cereali: dall’orzo al sorgo, il kamut ma anche farro e mais.
Nelle numerose variazioni di couscous si inserisce anche quello precotto: da avere sempre in dispensa, è un’ottima alternativa per i pranzi last minute perché è veloce da preparare e non ha bisogno di essere cucinato nella tradizionale couscoussiera.
In quanti modi si può cucinare il couscous?
Tra gli innumerevoli pregi del couscous, abbiamo sempre evidenziato la sua estrema versatilità che lo rende un piatto facile, molto veloce e alla portata di tutti. Non ci si stanca mai di questo alimento perché, come abbiamo visto nelle variazioni della grana, esistono diversi modi anche per cucinarlo: infatti, il couscous può essere cotto a vapore, nella couscoussiera, al microonde e semplicemente fatto assorbire nell’acqua calda.
Quest’ultimo metodo è tra i più semplici e utilizzati poiché basta solamente versare acqua calda o brodo, aspettare che i chicchi si gonfino e farlo riposare per pochi minuti sgranandolo con una forchetta. Si può abbreviare questo processo con il microonde, nel quale basta inserire il couscous e lasciarlo cuocere fino al completo assorbimento.
Diverso, e per certi versi più complesso, è la preparazione del piatto con la tradizionale couscoussiera, la pentola formata da due ripiani e forata al fondo, creata proprio per cucinare su diversi livelli gli ingredienti e per rendere unici sapori ed aromi. Se non si possiede quella originale, è possibile anche “costruirla in casa” utilizzando una pentola grande e uno scolapasta in acciaio.
Il couscous in giro per il mondo: dal Libano alla Sicilia e Sardegna
Diversi granelli, tanti modi di cucinarlo…ma quante tipologie ne esistono? Se consideriamo la sua lunga tradizione, al primo posto di questo elenco troviamo senza dubbio il couscous alla marocchina, tipico della zona del Maghreb: un piatto unico, servito freddo, con carne d’agnello, ceci, verdure e spezie.
Continuiamo il giro del mondo con il couscous israeliano, detto anche “perlato”: grazie ai chicchi più grandi, la sua consistenza è più gommosa, più simile all’orzo, ed è ricco di fibre. Il tabulè, invece, è il couscous libanese a base di bulgur che si contraddistingue per l’utilizzo di abbondanti erbe aromatiche, come menta e prezzemolo, e viene cucinato soprattutto nella stagione estiva.
Voliamo in Italia per conoscere i couscous di pesce: il primo è quello alla trapanese, uno dei piatti tipici della regione ed entrato a far parte delle abitudini alimentari degli abitanti di Trapani e San Vito Lo Capo, mentre il secondo ha il nome di Frascatole, le “palline di semola” di couscous cucinate soprattutto a Favignana. Anche la Sardegna ha la sua specialità: si chiama Cascà di Carloforte e si può preparare con verdure, legumi e spezie oppure con la carne di maiale.
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